Cartografia open: come nascono le mappe di Mountain Carto

Cartografia open: come nascono le mappe di Mountain Carto

Questo è il primo articolo del blog di MountainCarto e voglio inaugurarlo raccontando come nasce il mio lavoro: dai dati geografici aperti (opendata), agli strumenti che utilizzo per elaborarli, fino al risultato finale, ovvero le mie mappe stampate. Un processo che unisce tecnica e visione, reso possibile da una solida base di dati e strumenti aperti.

Per dare concretezza a questo approccio, mostrerò in questo articolo alcune immagini tratte dalla mappa attualmente in lavorazione, dedicata all’area dello Jungfrau–Aletsch, nelle Alpi Bernesi. (Nella mappa ricade – per puro caso – l'area della grande frana generata dal crollo del ghiacciaio Birch, che ha sepolto circa il 90 % del villaggio di Blatten, nel Lötschental).

Non si tratta di una guida tecnica passo passo, ma di un omaggio alla filosofia “open” che rende tutto questo realizzabile: open data e software open source che permettono di trasformare dati grezzi in rappresentazioni ricche e dettagliate del paesaggio. Un piccolo esempio per raccontare lo spirito che anima MountainCarto, e la libertà creativa che nasce dalla condivisione.

La rivoluzione degli opendata

Negli ultimi vent’anni, il movimento degli opendata ha trasformato radicalmente il modo in cui accediamo e utilizziamo le informazioni, specialmente quelle geografiche. La diffusione degli open geodata—dati cartografici liberamente disponibili e riutilizzabili—ha aperto possibilità incredibili, permettendo a chiunque abbia competenza e curiosità di esplorare, analizzare e rappresentare il territorio in modo dettagliato e creativo.

MountainCarto nasce proprio in questo contesto, sfruttando al massimo questa ricchezza di informazioni.

Le tre fonti di dati alla base delle mappe

Ogni mappa MountainCarto si basa principalmente su tre tipologie di dati aperti:

1. Il modello digitale del terreno (DEM)

Il modello digitale del terreno è essenzialmente una rappresentazione 3D della superficie terrestre. In inglese viene indicato come Digital Elevation Model (DEM), ed è solitamente rappresentato sotto forma di immagine in toni di grigio, dove ogni pixel contiene un valore di quota.

Nei DEM, i colori più scuri rappresentano le quote più basse, mentre i colori più chiari (fino al bianco) indicano le quote più elevate. Questa struttura permette di ricostruire con precisione la morfologia del territorio: creste, vallate, versanti e ogni dettaglio che caratterizza il paesaggio montano.

Modello digitale del terreno della cartina geografica area Jungfrau–Aletsch
Modello digitale del terreno (DEM) dell’area Jungfrau–Aletsch | Dati Swisstopo: SwissAlti3D

Fin da subito sono rimasto affascinato dalla possibilità di visualizzare le montagne in 3D. Oggi, grazie a Blender, riesco a creare rappresentazioni estremamente realistiche. Per farlo, preparo i dati altimetrici con strumenti GIS come QGIS e GDAL, ottimizzandoli per l’importazione nel motore di rendering. In Blender utilizzo principalmente due fonti: i dati altimetrici, per modellare le forme, e i dati di copertura del suolo, che arricchiscono la scena con informazioni sulla natura del territorio.

2. La copertura del suolo

I dati di copertura del suolo indicano cosa ricopre ogni parte del territorio: foreste, pascoli, rocce, ghiacciai, aree agricole. Questi dettagli sono essenziali per rappresentare non solo la forma, ma anche la vera e propria natura del paesaggio.

Integrando queste informazioni con il modello del terreno, le mappe prendono vita, diventando immagini realistiche e dettagliate del paesaggio montano.

Copertura del suolo usata per la cartina geografica dell’area Jungfrau–Aletsch
Copertura del suolo dell’area Jungfrau–Aletsch | Fonte dati: ESA World Cover

3. I dati antropici: OpenStreetMap

Infine, l’elemento antropico è rappresentato dai dati provenienti da OpenStreetMap (OSM), il progetto collaborativo mondiale che mira a mappare con precisione dettagli come strade, sentieri, edifici e toponomastica.

Particolare della cartina geografica Jungfrau–Aletsch con strade ed edifici da OpenStreetMap
Particolare della mappa con strade ed edifici da OSM

Contribuisco personalmente a OSM dal 2010, focalizzandomi soprattutto su sentieri, percorsi escursionistici e toponomastica delle aree montane. In Italia, la collaborazione tra OpenStreetMap Italia e il Club Alpino Italiano (CAI) garantisce una costante crescita qualitativa di questi dati, essenziali per gli escursionisti e per chi vive la montagna in tutte le sue sfumature (scopri di più qui).

Gli strumenti di lavoro

Per trasformare i dati in mappe utilizzo un insieme di strumenti digitali, e gran parte di questo lavoro si fonda su un ecosistema aperto: open data da una parte, software open source dall’altra. È proprio dall’incontro tra questi due mondi che nasce la libertà di sperimentare, personalizzare, creare rappresentazioni originali del territorio.

Strumenti come QGIS, PostGIS, GDAL e Blender garantiscono potenza, flessibilità e pieno controllo sui flussi di lavoro, adattandosi perfettamente alle esigenze della cartografia di montagna. Accanto a questi, utilizzo anche software proprietari nella fase finale di produzione, principalmente per la gestione della toponomastica e altri strati informativi, per la rifinitura grafica e l’ottimizzazione per la stampa.

Open source

  • QGIS: analisi e visualizzazione dati spaziali
  • PostGIS: gestione avanzata di dati geografici
  • GDAL: conversione e manipolazione raster e vettori
  • Blender: modellazione e rendering 3D del territorio
Rendering 3D della sola geomorfologia
Rendering 3D realizzato con Blender della sola geomorfologia

Software proprietari

Guardando avanti

MountainCarto è il risultato dell'incontro tra passione per la montagna, tecnologie digitali e uso intelligente degli opendata.

In questo blog condividerò riflessioni, spunti e racconti legati al mondo della cartografia e delle montagne, cercando di trasmettere l'essenza e la visione che anima ogni mappa.

Benvenuti in MountainCarto!

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