Geografia e paesaggio delle Dolomiti: un viaggio tra natura, memoria e comunità
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Tra il 4 e il 6 luglio 2025 ho partecipato al Corso di Geografia e Paesaggio delle Dolomiti Patrimonio Mondiale, promosso dalla Fondazione Giovanni Angelini, dalla Fondazione Dolomiti UNESCO e dal Dipartimento di Scienze Storiche, Geografiche e dell’Antichità (DISSGeA) dell’Università di Padova.
Il corso, giunto alla sua tredicesima edizione (pagina dedicata qui), si è svolto inizialmente a Moena, dove si sono tenuti gli approfondimenti teorici nella giornata di venerdì. Successivamente ci siamo trasferiti nella Valle del Biois, a Falcade, da cui sono partite le due escursioni principali: sabato al Passo di San Pellegrino e domenica attraverso le frazioni dell’Ecomuseo della Valle del Biois, tra cui Feder, Fregona e Carfon, fino alla chiesa di San Simon.
In questo articolo condivido alcune riflessioni personali, accompagnate da fotografie e da una mappa tematica relativa all’escursione del sabato. I temi affrontati riguardano ambienti naturali delicati, forme glaciali sorprendenti e il ruolo fondamentale delle comunità locali nella custodia del paesaggio.
Lèch de Campagnola: un archivio naturale
Il Lèch de Campagnola è un piccolo lago glaciale a oltre 2200 metri di quota. Formatasi in una conca scavata dai ghiacciai quaternari, quest’area si sta lentamente trasformando in torbiera d’alta quota, ambiente prezioso e fragile, dove si accumulano resti vegetali che raccontano la storia climatica delle Dolomiti. Un vero e proprio archivio naturale, dove si mescolano flora specializzata, acque stagnanti e lenti processi di sedimentazione.
Il rock glacier della Val Tegnousa: pietra e ghiaccio in movimento
Affacciandosi sulla Val Tegnousa, si rimane colpiti dalla presenza di uno dei rock glacier più grandi delle Dolomiti: una “massa viva” di detriti e ghiaccio, lunga oltre due chilometri. Formatosi dopo la ritirata di un ghiacciaio, questo corpo detritico continua a muoversi impercettibilmente, custodendo permafrost residuo e segnando il paesaggio con creste, solchi e avvallamenti. È una forma “fossile”, ma ancora attiva, che ci parla di cambiamenti climatici, processi lenti e forze geologiche profonde.
Una piccola mappa per un grande paesaggio
Durante l’escursione di sabato al Passo di San Pellegrino, abbiamo potuto osservare e discutere sul campo fenomeni glaciali, torbiere e forme geomorfologiche complesse. Per aiutare a visualizzare quanto osservato, ho realizzato una mappa tematica che sintetizza l’area esplorata, in particolare la zona del Lèch de Campagnola e il grande rock glacier della Val Tegnousa. La mappa, allegata a questo articolo insieme ad alcune fotografie, è pensata come strumento di orientamento ma anche come supporto al racconto del paesaggio.
📥 Scarica qui la mappa in alta risoluzione
Comunità e paesaggio: l’esperienza ecomuseale
L’escursione di domenica ci ha portati attraverso le frazioni della Valle del Biois – da Feder a Carfon, passando per Fregona – fino alla splendida chiesa di San Simon. È stata l’occasione per riflettere sul rapporto tra territorio e comunità. Attraverso l’esperienza dell’Ecomuseo, abbiamo visto come la montagna sia anche luogo di memoria e resilienza sociale: tabià, antiche cooperative, luoghi di socialità come il Tabià Feder raccontano una montagna vissuta, non solo contemplata.
In un tempo in cui la montagna rischia di essere ridotta a “paesaggio da cartolina”, queste esperienze ci ricordano che il valore di un luogo risiede anche nelle relazioni umane che lo abitano, nella cura del territorio e nella capacità di trasmettere saperi e identità.
Qui sotto le foto delle giornate del corso: